I social network nel mondo del libro

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Leggere potrebbe sembrare un’attività principalmente solitaria. Eppure da sempre i lettori hanno espresso l’esigenza di discutere, confrontarsi e raccontare le storie che li hanno appassionati. Sicuramente il web ha permesso uno sviluppo di questa condivisione. Ma, come accade di solito, ha anche favorito conseguenze inaspettate per il mercato editoriale.

Al giorno d’oggi tutti siamo iscritti ad almeno un social network. Che sia Facebook, Instagram, Twitter, le comunità virtuali sono diventate parte integrante della vita quotidiana. Molti però non sanno che esistono social network più specializzati e di nicchia che si rivolgono a gruppi di utenti più piccoli ma accomunati dalle stesse passioni e interessi. Per esempio, si sono sviluppate piattaforme come Strava o Crank up per gli amanti dello sport, Manjoo o Fuudly per gli appassionati di cucina. La tendenza ha toccato quindi anche il mondo del libro. Negli ultimi vent’anni sono stati diversi i tentativi di costruire una comunità di scrittori e lettori, ma solo alcuni sono riusciti a riscuotere successo e ad avere un impatto rilevante sul mercato editoriale.

Social network per lettori

Una prima esperienza di socializzazione che coinvolge i lettori ma va oltre il semplice club del libro è il BookCrossing. L’idea di Ron Hornbaker e della moglie Kaori è molto semplice: dare la possibilità ai lettori di tutto il mondo di scambiare e condividere i propri libri fisicamente, lasciandoli nel paesaggio urbano e tracciandone la posizione attraverso un archivio online. Il sito web di BookCrossing è stato aperto nel 2001 e da allora è diventato un fenomeno mondiale che coinvolge 132 paesi, 13 milioni di libri e 1 milione di utenti. Negli anni poi il sito si è sviluppato dando agli iscritti la possibilità di creare la propria libreria virtuale, di discutere di letteratura nei forum e di acquistare libri. 

È quest’ultimo aspetto a interessare maggiormente il mercato del libro. Infatti, i social network dedicati ai lettori che si sono sviluppati negli anni seguenti sono stati spesso legati a case editrici oppure a negozi online, puntando sulla condivisione come strumento finalizzato alla vendita. Uno dei social network per lettori che ha riscontrato un discreto successo è Anobii. Creato nel 2006 ad Hong Kong da Greg Sung, è stato acquistato da una startup inglese guidata da HMV Group e supportata da Penguin, Harper Collins e The random House Group. È approdato in Italia nel 2014 grazie a Mondadori ed ora è gestito dalla società italiana di sviluppo software Ovolab. Fin dalla sua ideazione la piattaforma cerca di creare un ambiente di condivisione per i lettori. Qui, essi possono creare e condividere la propria biblioteca virtuale completa di codici ISBN, valutare i libri letti e condividere recensioni e consigli di lettura con gli altri utenti. Oggi Anobii conta oltre 1 milione di utenti nel mondo, di cui 400.000 in Italia, dove gode della massima popolarità. Il catalogo complessivo di Anobii presenta 11,5 milioni di titoli, con 2,8 milioni di recensioni, realizzate con una media di 1.000 a settimana, e più di 22 milioni di votazioni dei libri. 

Simile è stata la vicenda di Goodreads, creato nel 2006 dall’imprenditore statunitense Otis Chandler. Tra le sue funzionalità permette di creare una biblioteca virtuale e condividere opinioni sui libri letti. Ma soprattutto, grazie ad algoritmi di machine learning (come quelli usati in altre piattaforme di condivisione di materiale multimediale come YouTube o Spotify), consiglia agli utenti i titoli più affini ai loro interessi, basandosi su quelli già presenti nelle loro librerie e sulle scelte fatte dai lettori con librerie affini. Questa possibilità ha riscosso un grande successo e ha portato nel 2013 all’acquisizione del social network da parte di Amazon, che 5 anni prima aveva acquistato la piattaforma avversaria Shelfari, i cui utenti sono stati poi trasferiti su Goodreads. In molti, tra cui la Authors Guild, hanno ritenuto che attraverso questa manovra Amazon abbia assunto una posizione di monopolio rispetto alla vendita del libro online mettendo quindi in pericolo il mercato digitale per altre piattaforme o case editrici.

Social network per scrittori

I social network nel mondo del libro però non coinvolgono esclusivamente lettori. Infatti la presenza online degli autori è ormai parte essenziale della promozione di un libro e di sé stessi, perché permette la fidelizzazione dei lettori, che attraverso i social creano una connessione più intima con lo scrittore. Soprattutto per chi si avventura nel mondo del self publishing, avere un seguito online è una buona strategia per attirare case editrici o agenti letterari e quindi passare al livello professionale di produzione, promozione e distribuzione.

Goodreads, oltre a rivolgersi ai lettori con le funzionalità viste sopra, è diventato anche il luogo preferito dagli autori, soprattutto in materia di promozione. Non a caso la caratteristica principale per chi si iscrive come autore è di essere messo in contatto con i lettori che potrebbero essere interessati al genere proposto. Inoltre, siccome Goodreads è parte di Amazon, le recensioni e le valutazioni che gli scrittori ricevono sul social vanno a influenzare la loro posizione nella classifica di Amazon e spesso determinano se il libro diventerà o meno un Amazon Best Seller.

Molto diverso ma altrettanto importante è il fenomeno delle fanfiction. Queste sono opere scritte dai fan che hanno come punto di partenza storie o personaggi presi dalla letteratura, dal cinema, dalle serie tv o da altri medium espressivi.  Per quanto questa pratica di scrittura fosse già presente prima dell’avvento di internet, con questo è esplosa portando allo sviluppo di diverse piattaforme che con il tempo si sono addirittura specializzate nel tipo di fanfiction che producono. L’aspetto più interessante dell’utilizzo di questi social network è proprio l’aspetto sociale sia della lettura che della scrittura. Man mano che l’utente pubblica la propria storia, gli altri utenti la commentano e la valutano, applicando una sorta di lettura e scrittura condivisa. In alcuni casi, come con la piattaforma DeviantArt, l’esercizio di scrittura si unisce alla fanart (disegni, fotografie o fumetti sempre ispirati a opere originali) mescolando diversi linguaggi artistici.

Non bisogna fare l’errore di credere che questi social siano fini a sé stessi. Queste comunità di condivisione di storie sono spesso un’occasione d’oro per le case editrici, che possono scoprire autori che hanno già una base solida di lettori che li seguono. Un esempio eclatante è stata la pubblicazione di After di Anna Todd. La piattaforma su cui l’autrice aveva iniziato a scrivere il primo capitolo del libro è Wattpad. I vari post pubblicati dallo smartphone sono stati seguiti in poco tempo da oltre un milione di lettori. Nel 2015 il libro viene pubblicato da Sperling and Kupfer e raggiunge l’apice delle classifiche in molti paesi. Soprattutto ravviva il mercato. Da una parte, le varie case editrici iniziano a pubblicare libri dello stesso genere, spesso scoprendo gli autori sulle piattaforme di scrittura. Dall’altra, si apre una collana intitolata “I classici di After” con tutti i titoli citati nel libro (tra cui anche Orgoglio e Pregiudizio e Anna Karenina). Per il suo nuovo libro l’autrice ha richiesto di poter continuare a pubblicare alcuni capitoli su Wattpad. 

Il cambiamento è evidente, non solo nella relazione tra lettore e scrittore ma anche nella pratica di scrittura stessa. La necessità di condividere e raccontare era già presente prima dell’arrivo dei nuovi media, ma questi l’hanno certamente resa più semplice ed estesa a “club del libro globale”. Se da un lato è vero che i social network per scrittori e lettori continuano a essere delle piattaforme di nicchia, dall’altro rappresentano un’occasione per il mercato e una tendenza da tenere sott’occhio.

Ti interessa il rapporto tra editoria e digitale? Leggi gli altri post della rubrica dedicati agli audiolibri e all’accessibilità dei testi per persone affette da disabilità.

Anna Pederneschi

Dottoranda

Laureata in filosofia all’Università di Pavia, ha studiato editoria presso il master dell’Università cattolica di Milano. Ha recentemente iniziato un percorso di dottorato in epistemologia alla University of California Irvine. Tra i suoi interessi troviamo l’impatto dei social media sui comportamenti sociali, l’interazione tra cultura tradizionale e cultura pop e l’uso del linguaggio come strumento di conoscenza.

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