Betwyll alla Helsinki Education Week

Cinque giorni dedicati al futuro dell’insegnamento e dell’apprendimento: il nostro vice-presidente Edoardo Montenegro condivide le sue impressioni dalla Helsinki Education Week.

Questa settimana a Helsinki si sono dati appuntamento insegnanti, professionisti ed esperti di tutto il mondo per incontrarsi e condividere le proprie esperienze alla Helsinki Education Week, che con più di 200 eventi attraversa una città che ha fatto dell’educazione il suo brand.

Grazie a xEdu e a Betwyll, ho avuto l’opportunità di partecipare al panel Globalisation in Education e all’HundrED Innovation Summit, che da due anni identifica ogni anno le 100 migliori innovazioni educative al mondo, con l’obiettivo di farle crescere su scala internazionale.

La città dell’education

Il primo elemento che colpisce della Helsinki Education Week è il suo significato politico. Helsinki è un banco di studio per i suoi studenti, che non solo possono viverla in ogni stagione come luogo di esperienze formative all’aperto, ma viaggiano anche gratis su tutti mezzi pubblici.

È l’impronta inequivocabile di una città che è conosciuta per avere le migliori scuole del mondo ma, come ha dichiarato il suo sindaco, Jan Vaapavuori, dice semplicemente di volere “le migliori tra le peggiori scuole del mondo”, perché il suo obiettivo è che nessuno venga lasciato indietro.

Si tratta di una visione consonante con il grado di apertura che la città mostra per le startup del settore dell’education technology: dal prossimo autunno, infatti, le aziende straniere potranno sperimentare realizzare test e co-creare i propri prodotti con le scuole pubbliche della città.

È un annuncio importante, in un piccolo settore in espansione come quello dell’edtech europeo, che il vice sindaco con delega all’istruzione, Pia Pakarinen, ha formulato mercoledì nel corso del panel in cui io stesso ho potuto raccontare come Betwyll cresca all’estero dalla Finlandia.

La Finlandia come porta verso l’Asia

Se nei mesi scorsi su questo blog avevo descritto come funziona la scuola in Finlandia, a partire dal vocational learning, lo stesso panel mi ha ora permesso di dare un volto a questo modello, che è incarnato da Pekka Peura, preside di Startup High School e CEO di Dragon Box.

Una città che decide di aprirsi alle startup straniere è perfettamente coerente con un paese che porta le sue startup all’estero. In questi giorni, una folta delegazione di startup edtech finlandesi, tra cui TinyApp e Kide Science, è in fiera a Singapore insieme alla Città di Helsinki.

In seno all’ecosistema edtech mondiale, la Finlandia sembra infatti destinata a porsi come una porta di accesso dell’Europa all’Asia dove, proprio a Singapore, l’acceleratore Eduspaze ha lanciato in partnership con xEdu un programma  di accelerazione di 500,000 dollari per startup.

In questo contesto, è significativo come Edtech Finland, l’associazione che unisce le startup edtech finlandesi, sia fra le protagoniste della European Edtech Alliance, un progetto che punta a federare il settore edtech in Europa, come ha spiegato Heini Karppinen, CEO di Mehackit.

Un terreno fertile per l’innovazione

Ma alla Helsinki Education Week non si è parlato soltanto di startup edtech. Se queste startup esistono e possono sopravvivere è perché rappresentano la fioritura imprenditoriale di un terreno che favorisce e raccoglie in ambito non profit innovazioni educative da tutto il mondo.

L’Hundred Innovation Summit, con la sua rete di ambassadors e innovatori di 99 paesi del mondo, ha perciò mostrato il cuore pulsante di un lavoro che unisce insegnanti e scuole che si propongono di “aiutare ogni bambino a ‘sbocciare’ nella vita, qualunque cosa succeda”.

Qui purtroppo non possiamo raccontare i molti significati di questo summit, che è ancora in corso, ma chi volesse farsene un’idea potrà guardarne l’evento di apertura in questo video,  e ascoltare le parole con cui Saku Tuominen, Pukhraj Ranjan e i loro ospiti lo hanno aperto.

Edoardo Montenegro

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